Tra le esperienze del 2019 nell’emofilia, ce n’è stata una tanto avvolgente dal punto di vista emotivo quanto appassionante dal punto di vista scientifico.
È la storia di Salvo, paziente emofilico che ha fatto la maratona di New York. Salvo l’ha raccontato in un libro, ‘Nato per non correre’, di cui vi abbiamo dato notizia nelle nostre pagine. Questa storia offre degli spunti molto interessanti per la prospettiva medica e psicologica.
Ci racconta di una sfida e della forza in se stessi.
Da un punto di vista psicologico, la corsa ha permesso di misurarsi col proprio corpo. Misurarsi col proprio corpo è una sfida che parte da lontano, da quando si è piccoli e si inizia a camminare, poi a giocare e, infine, a muoversi autonomamente. Da qui in seguito si impara ad avere confidenza col movimento e si impara a valutare i rischi.
Questo è il normale processo di sviluppo psico-motorio di ogni individuo. Sicuramente per i nostri pazienti questo percorso avviene con più preoccupazioni e timori per il rischio di emorragie, spesso anche con divieti e frustrazioni.
Salvo, con la sua esperienza, ci mostra una storia diversa. Ci dimostra che si può fare attività fisica e che l’attività fisica ci fa stare bene. E ci fa vedere che imparando a conoscere il proprio corpo si possono addirittura affrontare sfide davvero grandi, come la maratona di New York.
Dalla nostra prospettiva psicologica, il messaggio centrale di questa incredibile esperienza non è quello di spingere i pazienti a sfide così grandi (possibili quando c’è non solo un’ottima preparazione ma anche condizioni fisiche idonee) ma quello di promuovere, in senso più ampio lo sport in quanto l’attività fisica è fonte di benessere e aiuta a migliorare la salute associata alla qualità della vita.
La ricerca in questo settore è molto florida e ha mostrato come lo sport abbia una valenza benefica sullo stato mentale dell’individuo.
In particolare lo sport determina una maggiore consapevolezza, ossia una conoscenza e fiducia nelle proprie abilità. Inoltre lo sport aumenta la concentrazione e la forza di volontà, fattori che incidono sulla motivazione e il raggiungimento di obiettivi personali.
Lo sport agisce anche sull’autostima, ovvero quel processo soggettivo e duraturo che porta il soggetto a valutare e apprezzare se stesso (aspetto fondamentale dell’esistenza umana, particolarmente sensibile quanto si è affetti da una patologia cronica)
La storia di Salvo è quindi un messaggio di forza e coraggio e di promozione dello sport come fonte per il benessere fisco e psicologico dei nostri pazienti.
Avanti tutta!
Per un approfondimento
- Anzaldi, S. (2019) Nato per correre, CasaSirio, Roma, Italia.
- Gomis, M., Querol, F., Gallach, J. E., González, L. M., & Aznar, J. A. (2009). Exercise and sport in the treatment of haemophilic patients: a systematic review. Haemophilia, 15(1), 43-54.
- Negrier, C., Seuser, A., Forsyth, A., Lobet, S., Llinas, A., Rosas, M., & Heijnen, L. (2013). The benefits of exercise for patients with haemophilia and recommendations for safe and effective physical activity. Haemophilia, 19(4), 487-498.