a cura di Silvia Riva

Come spiegano bene medici ed esperti scientifici, per sconfiggere il Coronavirus abbiamo bisogno di ottenere l’immunizzazione che è quel processo che consente al corpo umano di difendersi dalle patologie causate da certi batteri o virus. Sappiamo che per questo ci vorrà ancora del tempo. Ma anche dal punto di vista psichico abbiamo bisogno di raggiungere una immunizzazione mentale per gestire questo momento drammatico. E anche per questo ci del vorrà tempo. Ci vorrà tempo per comprendere tutti i grandi cambiamenti che stanno sconvolgendo ritmi e abitudini quotidiane e ci vorrà del tempo per permettere alla nostra mente di metabolizzare tutto questo.

Proviamo a capire insieme quali sono questi principali cambiamenti e comprenderne il peso psicologico.

  • Innanzitutto, sta cambiando la nostra idea di “lontano” e “vicino” e la nostra mente si sta abituando a sopravvivere in una società che non ha più gli stessi confini: mentre prima parlavamo della malattia “lontana” (nella sconfinata Cina), ora ci rendiamo conto che vicino e lontano non hanno più lo stesso significato e la malattia entra, purtroppo, nei nostri ospedali e nelle nostre case;
  • Sta cambiando il modo di percepire l’agio delle nostre dimore a misura di tutto (quello che in psicologia si definisce la zona di comfort)1. Eravamo abituati a ordinare cene, noleggiare attrezzature a domicilio, fare abbonamenti alla TV e alle spedizioni in 24 ore con un 1 click comodamente davanti al divano o al camino. Ma proprio in questi tempi la nostra psiche fa fatica a stare chiusa e cerca la nostra zona di comfort al di fuori delle mura domestiche; vorrebbe uscire, andare a teatro o al ristorante e abbracciare i propri cari;
  • Sta cambiando il modo con cui rivalutiamo le nostre amicizie. Abbiamo smesso di sentirci simpatici e vincenti perché abbiamo tanti amici o like sui social network.2 Mai quanto ora, la nostra mente ci richiama alla bellezza di uscire dalla logica della rete e ci spinge a ricordare i bei momenti passati coi veri amici, reali e alla bellezza di condividere esperienze insieme;
  • Più di tutto… sta cambiando la nostra percezione di controllo. Nella nostra società eravamo abituati a controllare le situazioni e gli eventi, a allontanare dalla memoria le cose spiacevoli, ad assecondare il tempo massimizzandolo ai nostri interessi e a suddividerlo in base ai nostri impegni e deadline3 (una organizzazione perfetta che in psicologia si studia attraverso la metodologia dei Quadranti di Covey4). Mai in una tragedia come questa, la nostra mente ci riporta all’origine della nostra condizione e ci ricorda quanto, in realtà, siamo estremamente fragili e… fuori controllo. E soprattutto il Coronavirus, ci ricorda quanto siamo incapaci di controllare come vogliamo il tempo, spesso troppo lungo per chi vive chiuso nelle case senza poter respirare un po’ di aria fresca e decisamente troppo breve per medici e operatori sanitari che cercano continuamente di salvare vite.

 

Cari pazienti, nel ringraziare di cuore tutti i nostri medici dei diversi centri emofilia oggi impegnati a soccorrere moltissimi malati, vi voglio ricordare che siamo tutti insieme e tutti condividiamo le stesse paure e le stesse aspettative.

Parlare e scrivere di questo grande disagio può aiutarci. Non dimenticatelo mai. E non dimenticatelo quando incontrerete i vostri amici medici e psicologi al vostro centro emofilia, prossimamente.

 


Per un approfondimento:

  1. Brown, M. Comfort zone: Model or metaphor? Journal of Outdoor and Environmental Education 2008, 12(1), 3-12.
  2. Greitemeyer, T. (2016). Facebook and people’s state self-esteem: Computers in Human Behavior 2016, 59, 182-186.
  3. Hancock, P. A., & Block, R. A. The psychology of time: A view backward and forward. The American Journal of Psychology 2012, 125(3), 267-274.
  4. Covey, S. R., Merrill, A. R., & Merrill, R. R. (1995). First things first. Simon and Schuster.