Nel dicembre 2020 è stato istituito un Comitato Scientifico per la sorveglianza post-marketing dei vaccini contro la diffusione dell’infezione da SARS-CoV-2 e lo sviluppo della malattia COVID-19 (CSV-Covid19), che rappresenta un punto di riferimento per il sistema sanitario per la sorveglianza attiva della sicurezza di tutti i vaccini prodotti per contrastare la pandemia.
Il recente sequestro cautelativo di due lotti di AstraZeneca in seguito a casi di morte avvenuti poche ore o pochi giorni dopo la vaccinazione, insieme ad alcune segnalazioni di eventi tromboembolici e piastrinopenia in soggetti vaccinati, è stata seguita dalla decisione di AIFA di sospendere in tutta Italia le vaccinazioni con AstraZeneca.
Analogo provvedimento è stato preso dagli organi regolatori in altri paesi europei, prima fra tutte la Germania. Ne è conseguita la revisione dei casi da parte del Comitato di sicurezza di EMA (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee, PRAC) che, a seguito di una riunione straordinaria, ha indotto EMA a pronunciarsi.
Il 18 marzo u.s. EMA ha quindi prodotto un documento in cui si esprime a favore della ripresa del programma vaccinale, sottolineando che i benefici prodotti dal vaccino AstraZeneca nel contrasto ad una patologia ancora così diffusa e che di per sé si associa a rischio di morte e di problemi coagulativi, continuano a superare i possibili rischi. Ancora, il vaccino non è associato ad un aumentato rischio complessivo di eventi tromboembolici; i casi di trombosi evidenziati successivamente alla sua somministrazione, infatti, risultano inferiori a quelli che si registrano nella popolazione generale.
Non c’è, inoltre, evidenza di problemi correlati all’uso di specifici lotti o a differenti siti di produzione del vaccino. Tuttavia, nei circa 20 milioni di soggetti vaccinati nel Regno Unito e nell’Unione Europea, al 16 marzo, si segnalano 7 casi in cui la vaccinazione è stata associata a coagulazione intravascolare disseminata con piastrinopenia, con o senza emorragie, e 18 casi di trombosi dei seni venosi cerebrali. Per questi eventi, verificatisi prevalentemente in soggetti di età inferiore a 55 anni e di sesso femminile, in 9 casi fatali, non si può dimostrare un nesso causale che, tuttavia, non può neppure essere escluso. Per tale motivo, EMA suggerisce di svolgere ulteriori indagini e di attuare un’attenta sorveglianza.
AIFA ha pertanto confermato la ripresa delle somministrazioni del vaccino AstraZeneca già dal pomeriggio del 19 marzo, essendo venute meno le ragioni alla base del divieto d’uso in via precauzionale del vaccino. Resta sospesa la somministrazione dei due lotti tuttora sotto sequestro come da provvedimento emanato dall’Autorità Giudiziaria.
Tuttavia, nel Foglio illustrativo: informazioni per l’utilizzatore, messo a punto da AIFA, oltre ad essere precisato che il vaccino è sottoposto a monitoraggio addizionale, onde permettere la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza cui lo stesso vaccinato può contribuire segnalando qualsiasi effetto indesiderato riscontrato, nelle Avvertenze è anche precisato che “In seguito alla vaccinazione con COVID-19 Vaccine AstraZeneca è stata osservata molto raramente una combinazione di coaguli di sangue e livelli bassi di piastrine, in alcuni casi con la presenza di sanguinamento. In alcuni casi gravi si sono manifestati coaguli di sangue in posizioni diverse o insolite come pure coagulazione o sanguinamento eccessivi in tutto il corpo. La maggior parte di questi casi si è verificata entro i primi sette-quattordici giorni successivi alla vaccinazione e si è verificata principalmente in donne sotto i 55 anni di età. Tuttavia, un numero maggiore di donne sotto i 55 anni ha ricevuto il vaccino rispetto ad altre persone. Alcuni casi hanno avuto esito fatale”.
L’International Society of Thrombosis and Haemostasis (ISTH), così come la Società Italiana di Emostasi e Trombosi (SISET) hanno sottolineato le conclusioni di EMA in specifici documenti, precisando, inoltre, che le rarissime complicanze caratterizzate da trombosi e alterazioni coagulative non sono prevedibili, per cui non sono indicate indagini preliminari di trombofilia, né alcuna profilassi con farmaci antitrombotici (aspirina, eparina) in concomitanza con la vaccinazione. Sulla base delle attuali conoscenze non vi sono controindicazioni all’utilizzo del vaccino AstraZeneca nei soggetti con trombofilia o con pregressi eventi tromboembolici o nelle donne che assumono estroprogestinici.
Un comunicato della analoga Società tedesca ha successivamente segnalato un possibile meccanismo patogenetico legato alla formazione di anticorpi simili agli anticorpi antipiastrine indotti da eparina, suggerendo l’esecuzione del test per la ricerca di tali anticorpi nei casi di piastrinopenia e/o trombosi verificatisi a 4-16 giorni dalla vaccinazione e, in caso di positività, di non utilizzare eparina nel trattamento di tali manifestazioni, considerando il ricorso ad immunoglobuline (Ig) e.v.
La SISET, nel ribadire la massima attenzione alla segnalazione di questi eventi, ha consigliato accurata valutazione clinica ed eventuali approfondimenti laboratoristici e strumentali nei soggetti che sviluppino sintomi suggestivi di trombosi venosa cerebrale e piastrinopenia (cefalea, disturbi visivi, petecchie o altre manifestazioni emorragiche). Nel caso di conferma diagnostica, ha quindi raccomandato di evitare l’uso di eparina, suggerendo fondaparinux o, ove disponibile, argatroban, e di valutare l’uso delle Ig e.v. (1 g/Kg/die per due giorni) o anche della plasmaferesi, tenendo conto che alcuni casi segnalati in Italia e nel Regno Unito non hanno risposto all’approccio con Ig.
In conclusione va sottolineato che tutti i vaccini attualmente in uso (e presumibilmente anche quelli che saranno autorizzati in futuro) sono sottoposti a continuo monitoraggio e che EMA prosegue nell’attività di approfondimento necessario per tutti i casi segnalati di eventi avversi.