a cura di Giuseppe Lassandro e Paola Giordano

A partire dall’aprile 2020 e, ancor più, a seguito della seconda ondata della pandemia da COVID-19, è stato segnalato un nuovo quadro clinico tipicamente pediatrico, denominato MIS-C (Multisystem Inflammatory Syndrome in Children associated with COVID-19). Si tratta di  una grave condizione infiammatoria multisistemica, caratterizzata da manifestazioni che ricordano la Sindrome di Kawasaki (congiuntivite, linfoadenopatia, rash muco-cutaneo, coinvolgimento cardiaco), con possibili complicanze fatali come shock, insufficienza multiorgano e trombosi.

Da un punto di vista di laboratorio si evidenzia incremento degli indici di flogosi (PCR, ferritina) ma anche del D-dimero, linfopenia, neutrofilia, anemia e trombocitopenia. Il cuore, con miocardite e conseguente danno ventricolare, sembra essere l’organo prevalentemente colpito. La MIS-C si associa ad uno stato di ipercoagulabilità, con incidenza di trombosi venose profonde di circa 1.3% nei bambini in età scolare e 7% negli adolescenti. La valutazione di una profilassi antitrombotica è pertanto fortemente raccomandata in questi casi. Oltre all’eparina a basso p.m o all’acido acetilsalicilico, gli approcci di terapia più frequentemente descritti prevedono l’utilizzo di immunoglobuline umane endovena, steroidi e, talora, immunomodulatori biologici (infliximab, anakinra).

La comunità medico-scientifica delle Malattie Emorragiche Congenite (MEC) deve assumere consapevolezza di questo nuovo nemico “misconosciuto”, per le alterazioni coagulative indotte dalla patologia o dalla terapia, in particolare nel caso possa colpire un bambino affetto da MEC.  Per un approfondimento sul tema, vi proponiamo la lettura dell’articolo completo “I Bambini nel misterioso mondo del Coronavirus


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