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La vaccinazione nel paziente con MEC severa

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Inserito da Redazione AICE | Set 14, 2022 | Forum
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Cara Emanuela, è argomento per me ostico dato che seguo pazienti in età non pediatrica. Immagino che non sia argomento facile.
Considero però fondamentale le vaccinazioni: se molti genitori hanno”paura” dei vaccini credo che debbano sempre ricordare quanto drammatiche siano state le infezioni nella generazione dei loro genitori e nonni! E le cronache ci ricordano che infezioni come morbillo e meningite possono colpire ancora, eccome!!!
Sentirò nei prossimi giorni i pediatri e chiederò cosa ne pensano i Colleghi dei Distretti dove ho sempre trovato grande professionalità e disponibilità.
Quindi a presto.
Nella nostra esperienza abbiamo fatto vaccinare i bambini nei tempi previsti, anche prima di intraprendere la profilassi, praticandola s.c. senza alcun problema nella sede di iniezione, ne’ di insorgenza di inibitore. Penso che sia più importante proteggere il bambino dalle infezioni che temere l’ insorgenza dell’inibitore, in quanto la vaccinazione non è stata dimostrata essere un fattore causale rilevante.
Innanzi tutto grazie per aver iniziato questo scambio di idee su un argomento così fondamentale nella cura pediatrica. Il problema ,a mio parere, non è di facile soluzione. Per quanto concerne la pratica vaccinale, alcuni elementi sono punti fermi (rispetto della tempistica, ad esempio, che è in linea con la scomparsa degli anticorpi materni). Il problema è il come vaccinare un bambino, perché se è vero che la via sottocutanea è ampiamente preferibile (e raccomandata) nei bambini emofilici per motivi facilmente comprensibili, è anche vero che nessuno può dire con certezza se le due vie (intramuscolare e sottocutanea) siano equivalenti nel produrre un’adeguata risposta immune. E’ possibile che siano equivalente (c’è uno studio del 2015 al riguardo, pubblicato su Haemophilia, ma relativamente solo al vaccino contro l’epatite B) ma non ci sono evidenze della letteratura che lo sia per altri vaccini (ad esempio l’esavalente). Da qui il rifiuto di alcuni operatori sanitari dei distretti vaccinali (almeno nella nostra esperienza) di utilizzare una via diversa da quella prescritta. Lo stesso rapporto ISTISAN09/13, come giustamente ricordato, ribadisce la via intramuscolare proprio perché (credo) non c’è evidenza della equivalente immunogenicità. Io mi sono sempre attenuta a quanto consigliato dal ministero della sanità (v. sopra) e ho avuto un problema in un solo caso, per fortuna non grave); a mio parere non credo sia scientificamente valido proporre una via d somministrazione diversa. Cedo anche che, se vogliamo stendere delle linee di indirizzo relativamente a questo problema, dovremmo risottoporre, come Società Scientifica, il quesito all’Istituto Superiore di Sanità (magari è stato già fatto). E poi, tutto questo discorso riguarda i bambini emofilici già noti, immagino per motivi di storia familiare (la prima vaccinazione si esegue al compimento del 3° mese di vita). E nei casi sporadici? Quelli diagnosticati più tardi? Qualcuno sa quanti sono stati gli eventi in termini di ematoma muscolare? Potremmo magari andare a guardare questo aspetto.
Carissimi, io posso riportarvi solo la mia (giovane) esperienza. I pazienti da me seguiti (circa 20 gravi), tutti bambini, hanno sempre eseguito vaccinazioni per via intramuscolare. Non mi hanno mai segnalato ematomi “importanti” post vaccinazione, né ho evidenziato comparsa d’inibitori in correlazione alla vaccinazione (circa un mese dopo). Sottolineo l’importanza della comunicazione con i centri vaccinali (spiegando loro l’importanza dell’ago sottile, della compressione e della crioterapia). Buona serata
cari tutti, ho tardato un po a rispondere per raccogliere le idee e anche un po di informazioni.
Intanto esiste una patologia ‘peggiore’ dell’emofilia in merito alle possibili complicanze delle vaccinazioni x via intramuscolare , la FOP (fibrodisplasia ossificante progressiva). E’ una patologia rara (1-2/1’000’000) genetica caratterizzata da ossificazioni eterotopiche scatenate da traumi muscolari, iniezioni intramuscolari, e talvolta anche spontanee.
In tale condizioni le iniezioni per via intramuscolare sono controindicate in modo assoluto; pertanto in questi pazienti viene scelta sempre la somministrazione s.c. dei vaccini; laddove ciò non sia possibile, per la composizione del vaccino o per la mancata risposta, non vengono eseguiti i vaccini.
Tornando all’emofilia concordo con quanto scritto finora da Lucia Notarangelo e da ‘glass’ e aggiungo qualcosa.
Presso il nostro centro negli anni passati i vaccini venivano somministrati da uno di noi, ordinandoli in farmacia e poi somministrandoli i.m. con applicazione di compressione locale e ghiaccio, senza somministrazione di fattore e in una quindicina di bambini non abbiamo avuto problemi. Ultimamente dopo la diffusione di line guida in cui si raccomanda la somministrazione s.c. abbiamo iniziato a suggerire tale via ai medici vaccinatori con diverse risposte, talvolta negativa o positiva. Contemporaneamente, crescendo il timore per i ‘inhibitor danger signals’ abbiamo cercato di posticipare i richiami ad almeno dopo 20 ED………… Ma pensandoci bene in occasione di questo ottimo forum, ritengo sia quasi un falso problema. Dei nostri ultimi 10 bambini tutti eccetto uno sono degli sporadici nei quali la diagnosi è stata fatta dopo gli 8 mesi di età….. e tutti hanno ricevuto le vaccinazioni x via im previste dal calendario vaccinale del ministero senza particolari accortezze nè complicanze. Comunque oggi ho appuntamento telefonico con il direttore dell’Istituto di Igiene dell’Università, da sempre nota culla di cultura vaccinale, per un ulteriore approfondimento. Terrò aggiornato il forum sugli sviluppi. Buon natale a tutti
Claudio
Carissimi
ho inviato una richiesta al Servizio “Canale Verde” della Sezione di Immunologia del Dipartimento di Patologia della mia Azienda Ospedaliera per avere un loro supporto in merito al dibattito. Tra i suoi compiti istituzionali (definiti dalla Direzione Regionale per la Prevenzione), questo Servizio offre la consulenza specialistica sulla ammissibilità alla vaccinazione di persone con particolari problemi di salute (per strutture sanitarie e medici vaccinatori).
Sono molto disponibili a documentarsi e mi hanno assicurato che, dopo un confronto con colleghi che si occupano di problematiche vaccinali, potranno darci il loro parere ed eventuali consigli.
Aspetto quindi una loro risposta per poi girarvela (tanto per “mettere altra carne al fuoco”).
A presto
Anna Chiara