A cura di Chiara  Ambaglio
Redazione AICEONLINE

Quando si parla di anemia?

Per anemia si intende una condizione in cui i livelli di emoglobina sono inferiori a 12 g/dl nelle donne e a 13 g/dl negli uomini, secondo la definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questa definizione risale al 1968 [1] ed è stata oggetto di discussione e proposte di revisione; alcuni autori suggeriscono, infatti, di elevare leggermente il limite inferiore di normalità della concentrazione di emoglobina: 12.2 g/dl nelle donne >20 anni, 13.7 negli uomini tra 20 e 59 anni e 13.2 in uomini di 60 anni e più [2].

Qual è l’entità del problema?

Se si considera la definizione dell’OMS, si stima che circa 2 miliardi di persone nel mondo siano anemiche (circa 1 persona su 4). Inoltre, l’aumento dell’età media della popolazione, soprattutto nei paesi occidentali, è una delle cause di aumentata frequenza dei casi di anemia [3]. Infatti, con l’invecchiamento si verificano numerosi cambiamenti patofisiologici dell’ematopoiesi, dovuti alla perdita di controllo omeostatico [4].

La causa più frequente di anemia è la carenza di ferro [5]. Tra le cause di questa carenza vi sono un inadeguato apporto nutrizionale, un inadeguato assorbimento, un aumentato fabbisogno fisiologico come durante la crescita, gravidanza e mestruazioni, e, infine, le perdite di sangue [5].

Pochi sono gli studi che hanno valutato il rischio di carenza di ferro e di anemia ad essa correlata nei pazienti affetti da malattie emorragiche congenite (MEC).

E’ però noto che cicli mestruali abbondanti siano riportati nella storia di 84-90% delle donne affette dalla più comune delle coagulopatie congenite, la malattia di von Willebrand [6].

Viene anche riportato che le donne portatrici di emofilia A, con livelli di FVIII compatibili con la diagnosi di emofilia A lieve, siano a rischio di uno stato di carenza di ferro.

La carenza di ferro è definita da livelli di ferritina sierica inferiore a 15 mcg/L, in assenza di infiammazione, valutata mediante i livelli di proteina C reattiva (PCR) o alfa-1 glicoproteina acida (AGP). Valori molto più alti sono di riferimento per definire la carenza di ferro nei soggetti con infiammazione o infezione (<70 mcg/L) [7].

Come sottolineato da Munoz M et al., le principali sfide nella gestione della carenza di ferro sono rappresentate dalla diagnosi accurata, dalla selezione appropriata della terapia di supporto e dall’identificazione della causa scatenante [8].

Come può manifestarsi la carenza di ferro in assenza di anemia?

Sintomi come l’affaticabilità, la perdita di capelli, la fragilità delle unghie, la sindrome delle gambe senza riposo, le difficoltà di concentrazione possono essere la spia di una sottostante carenza di ferro [5,9].

Come può manifestarsi l’anemia?

I sintomi e segni più comuni sono il pallore cutaneo e della mucosa sottocongiuntivale, la stanchezza, l’affaticabilità, seguono la tachicardia, la difficoltà respiratoria soprattutto dopo sforzi, fino alle lipotimie (perdita dei sensi).

Come si tratta la carenza di ferro?

Per gestire la carenza di ferro nelle pazienti con MEC è necessario innanzitutto gestire la malattia emorragica concomitante per ridurre o prevenire ulteriori perdite ematiche. Un trattamento efficace dell’anemia da carenza di ferro è fornire il supporto del ferro mancante per ottenere il ripristino delle scorte e l’aumento dei livelli di emoglobina. Occorre pertanto aumentare l’assunzione di alimenti ricchi di ferro favorendone l’assorbimento e/o supplementare correttamente il ferro con integrazione farmacologica se necessario. Il ferro presente nei cibi di origine animale è assorbito più facilmente rispetto a quello di origine vegetale. È noto che l’assorbimento del ferro migliora se viene assunto insieme ad acido ascorbico ovvero vitamina C (presente negli agrumi). Per migliorarne l’assorbimento, il ferro dovrebbe essere assunto lontano dall’assunzione di cibi ricchi di calcio, dai cereali e da bevande come the e caffè [5]. Laddove sia indicata la terapia marziale, la supplementazione di ferro per via orale è la prima scelta, seguita dalla somministrazione per via endovenosa. Quest’ultima è da preferire quando i valori di emoglobina sono molto bassi, quando il soggetto è intollerante al ferro per bocca o se la formulazione per bocca si sia dimostrata non efficace nel ripristinare le scorte di ferro dell’organismo.

Perchè è importante trattare la carenza di ferro in assenza di anemia?

Identificare e trattare la carenza di ferro, indipendentemente dalla presenza di anemia, è importante per l’impatto positivo sul benessere individuale, la salute cardiovascolare, le performances cognitive e la qualità di vita in generale. Nelle pazienti con malattia di von Willebrand la carenza di ferro è strettamente associata a più bassi score nelle componenti psicologiche dei questionari sulla qualità di vita [10].

Per approfondire…

  1. Blanc B, Finch CA, Hallberg L, et al. Nutritional anaemias. Report of a WHO Scientific Group. WHO Tech Rep Ser. 1968;405:1-40
  2. Beutler E, Waalen J. The definition of anemia: what is the lower limit of normal of the blood hemoglobin concentration? Blood. 2006;107(5):1747-50
  3. Kassebaum NJ, Jasrasaria R et al. A systematic analysis of global anemia burden from 1990 to 2010. Blood. 2014; 123: 615–624.
  4. Cappellini MD, Motta I. Anemia in clinical practice – definition and classification: does hemoglobin change with aging? Semin Hematol 2015; 52: 261–269
  5. Pasricha S-R, Tye-Din J, Muckenthaler MU, Swinkels DW. Iron deficiency. Lancet 2021:397:233-248.
  6. Kirtava A, Crudder S et al. Trends in clinical management of women with von Willebrand disease: a survey of 75 women enrolled in haemophilia treatment centres in the United States. Haemophilia 2004; 10: 158-61.
  7. WHO guideline on use of ferritin concentrations to assess iron status in individuals and populations. Geneva: World Health Organization; 2020. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO
  8. Muñoz M, Susana Gómez-Ramírez S, Bhandari S. The safety of available treatment options for iron-deficiency anemia. Expert Opin Drug Safety 2018;17: 149-159
  9. Zia A, Stanek J et al. nIron deficiency and fatigue among adolescents with bleeding disorders.  Am J hematol 2022; 97: 60-7.
  10. Xu Y, Deforest M et al. Relative contributions of bleeding scores and iron status on health-related quality of life in von Willebrand disease: a cross-sectional study. Haemohilia 2017; 23(1): 115-21