a cura di Clarissa Bruno

Circa il 40%-50% delle persone con emofilia riferisce di convivere con il dolore muscoloscheletrico cronico [1]. La riabilitazione basata sull’esercizio è efficace per il dolore, tuttavia non sono pubblicate linee guida a questo riguardo per la gestione del dolore cronico nella popolazione emofilica [2].

Le diverse strategie per alleviare il dolore cronico muscolo-scheletrico, sia nei bambini che negli adulti, sono costituite da analgesia, riabilitazione e terapie psicologiche [3].

Per il fisioterapista, che lavora a stretto contatto con il paziente per un lungo periodo (generalmente da una a due volte a settimana), il dolore è un indicatore fondamentale dell’efficacia dell’intervento riabilitativo in corso. L’approccio delicato e preciso del fisioterapista esperto nel trattamento del paziente con malattia emorragica congenita (MEC) rende il momento del trattamento anche un momento di “ascolto” del corpo del paziente. L’osservazione di ogni smorfia o contrazione del volto rappresenta un’indicazione a calibrare e modulare l’intensità della manovra. Sebbene le conoscenze anatomo-funzionali articolare siano pane quotidiano per i professionisti del settore, restano tante le modifiche articolari strutturali e di funzione indotte dai fenomeni artropatici con cui confrontarsi. Proprio per questo motivo ci si deve accostare al paziente tenendo conto di indicatori:

  • Sonori: quali scrosci e crepitii articolari durante il joint-play (gioco articolare) e all’endfeel (fine corsa articolare),
  • Visivi: smorfie, contrazioni muscolari difensive del paziente,
  • Tattili: calore o sensazione di cedimento tra le mani del fisioterapista.

Diverse possono essere le strategie riabilitative per la gestione del dolore cronico, dalla terapia manuale, l’esercizio terapeutico, l’idroterapia, la terapia fisica (mediante l’uso di apparecchi strumentali che sfruttano energie fisiche) agli approcci psicologici, come ad esempio l’ipnosi.

Ma cosa dimostrano gli studi scientifici a riguardo? La riabilitazione può contrastare il dolore cronico derivante da artropatia?

In una recente revisione sistematica, che ha considerato 9 studi cui hanno partecipato complessivamente 235 soggetti, solo uno studio, che ha indagato l’idroterapia e l’esercizio fisico, ha mostrato un effetto positivo per l’intensità del dolore [2].

Uno studio italiano del 2021 [4] ha presentato una casistica di pazienti con emofilia in cui è stato svolto un programma riabilitativo sulla base della specifica compromissione funzionale individuale del paziente. Sono stati arruolati 51 pazienti: 32 pazienti (Gruppo Rehab) hanno ricevuto un trattamento riabilitativo, 19 pazienti non hanno ricevuto riabilitazione (Gruppo Controllo). Tutti i pazienti sono stati valutati all’inizio (T0), dopo 1 mese (T1) e dopo 3 mesi (T2) attraverso la scala analogica visiva (VAS) per il dolore muscoloscheletrico, l’Hemophilia Joint Health Score (HJHS) per il range di movimento articolare, il Functional Independence Score in Hemophilia (FISH) per disabilità e valutazione posturale mediante ispezione visiva. Vi è stata una significativa riduzione del dolore e un miglioramento del punteggio dell’HJHS nel “Gruppo Rehab” e nel successivo follow-up.

In un trial randomizzato controllato (RCT) condotto da Rubén Cuesta-Barriuso si è valutata l’efficacia del rilascio miofasciale (tecnica di terapia manuale) in pazienti con artropatia emofilica del gomito  [5]. Sono stati coinvolti 69 pazienti, divisi in un gruppo sperimentale (n = 35) e un gruppo di controllo (n = 34). L’intervento consisteva in tre sessioni di 50 minuti di terapia fasciale per un periodo di 3 settimane. Le variabili valutate erano la frequenza del sanguinamento del gomito (autovalutazione), lo stato articolare (HJHS) e il dolore articolare (VAS) al basale, dopo l’intervento e al follow-up dopo 3 mesi. I risultati hanno dimostrato che il rilascio miofasciale ha ridotto la frequenza delle emorragie del gomito e migliorato lo stato articolare e la percezione del dolore al gomito.

Uno studio pilota randomizzato controllato del 2021 ha invece esaminato gli effetti di tre mesi di ipnosi sulle variabili cliniche/psicosociali e sul profilo infiammatorio della popolazione emofilica. L’ipnosi può essere un intervento promettente per gestire il dolore correlato all’emofilia e migliorare la qualità di vita, con benefici che durano fino a tre mesi [6].

E’ stata effettuata una metanalisi [7] che ha incluso 35 RCT (di cui 13 comprendevano anche popolazione pediatrica) per valutare l’efficacia di diversi interventi di fisioterapia secondo la classificazione internazionale della funzione (ICF) che considera: funzioni e strutture del corpo, attività e partecipazione. La metanalisi ha mostrato risultati significativi a favore della terapia manuale, del laser e degli esercizi terapeutici. Alla luce di questa revisione sistematica si raccomanda l’uso della terapia manuale e dell’esercizio terapeutico per migliorare lo stato di salute del paziente emofilico con artropatia. Per i pazienti pediatrici, l’uso della terapia laser è promettente per migliorare la capacità funzionali [7].

In conclusione, dall’analisi dei più recenti studi emergono informazioni piuttosto diverse di cui tenere conto e risposte differenti alla nostra domanda iniziale.

Sono necessari ulteriori studi scientifici per meglio comprendere i processi che sottendono al lavoro riabilitativo e alle risposte percettive di ciascun paziente [2, 4].

Ciononostante, ogni professionista sanitario che lavora a stretto contatto con i propri pazienti riceve feedback palesemente favorevoli riguardo all’efficacia della riabilitazione nel contrastare il dolore cronico.

L’azione combinata della riabilitazione, unitamente alla terapia farmacologica e psicologica, potrebbe potenziare di gran lunga queste risposte, e su questo approccio vi è un crescente consenso [8, 9].

Bibliografia

1. Paredes AC, Teixeira P, Almeida A, Pinto PR. Prevalence and Interference of Chronic Pain Among People With Hemophilia: A Systematic Review and Meta-Analysis. J Pain. 2021 Oct;22(10):1134-1145.

2. McLaughlin P, Hurley M, Chowdary P, Khair K, Stephensen D. Physiotherapy interventions for pain management in haemophilia: A systematic review. Haemophilia. 2020 Jul;26(4):667-684.

3. Rodriguez-Merchan EC, De la Corte-Rodriguez H. Pain management in people with hemophilia in childhood and young adulthood. Expert Rev Hematol. 2021 Jun;14(6):525-535.

4. Scaturro D, Benedetti MG, Lomonaco G, Tomasello S, Farella MGG, Passantino G, Frizziero A, Letizia Mauro G. Effectiveness of rehabilitation on pain and function in people affected by hemophilia. Medicine (Baltimore). 2021 Dec 17;100(50):e27863.

5. Cuesta-Barriuso R, Pérez-Llanes R, Donoso-Úbeda E, López-Pina JA, Meroño-Gallut J. Effects of myofascial release on frequency of joint bleedings, joint status, and joint pain in patients with hemophilic elbow arthropathy: A randomized, single-blind clinical trial. Medicine (Baltimore).2021;100(20):e26025.  

6. Paredes AC, Costa P, Roque S, Fernandes S, Lopes M, Carvalho M, Mateus A, Almeida A, Pinto PR. Effectiveness of hypnosis for pain and health-related quality-of-life among people with hemophilia: Three-month outcomes of a randomized controlled pilot trial. Complement Ther Clin Pract. 2021Nov;45:101486.

7. Elshennawy S, Zahreldin AA, Mortada H, Hozien M, Youssef ASA, Galal A, Shahien M, Elfeky A, Elaraby A, Hamed M. The efficacy of Physical therapy modalities in patients with haemophilia: a systematic review of randomized controlled trials with meta-analysis. Arch Phys Med Rehabil. 2022 Jul 19:S0003-9993(22)00521-4.

8. Stromer W, Pabinger I, Ay C, Crevenna R, et al. Pain management in hemophilia: expert recommendations. Wien Klin Wochenschr. 2021 Oct;133(19-20):1042-1056. 

9. Gerberich A. Chronic Pain in Patients with Hemophilia: A Clinical Assessment and Treatment Primer. Pract Pain Manag. 2021;21(3).

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